
Capralba, 14 ottobre 2018
Scegliere di partorire in casa nel 2018? C’è chi lo fa. Come i capralbesi Valerio e Corinne Valdameri, 38 anni lui 34 lei, che hanno deciso di far nascere il loro primogenito a casa. Così, domenica 23 settembre, alle 14.30, Enrico è nato nella stanza da letto dell’abitazione di via Panizzardo 1/a. Tre chili e 300 grammi di peso alla nascita, Enrico è un bel bambino, sano, nato con tutte le attenzioni previste da un protocollo che non lascia nulla al caso. Era da mezzo secolo che non capitava più una cosa del genere a Capralba. Mamma Corinne, entrata in travaglio al mattino, è stata assistita dall’ostetrica castelleonese Annamaria Cristiani, coadiuvata dalla collega e concittadina Giorgia Grassi, neolaureata. Un’esperienza che i due neo-genitori si sentono di consigliare, tenuto conto, ovviamente di tutti i presupposti necessari perché la si possa attuare, a cominciare da una gravidanza senza rischi. “Sono stata io –spiega la mamma- ad informarmi su questa possibilità. Ho contattato l’ostetrica Annamaria Cristiani che mi ha seguito prima, durante e dopo il parto assieme alla sua collega Giorgia Grassi. Sono stata seguita passo per passo. È stata un’esperienza straordinaria. Qualcuno ha visto questa come una scelta coraggiosa da parte nostra. Ma quale coraggio, rispondo io. Piuttosto la vedrei come una scelta d’amore, verso il bambino e verso noi stessi”. “Come minimo –afferma Valerio- siamo stati definiti dei pazzi, già per il solo fatto di pensare che se qualcosa dovesse andare storto non si è in un ospedale. In realtà scegliendo questo percorso abbiamo avuto solo di più di quanto avremmo avuto scegliendo l’opzione ospedaliera. Già solo l’emozione di poter stare delle ore con il bambino appena dopo il parto, di poter dormire subito tutti assieme, di portare Enrico sotto il portico di casa nel suo secondo giorno di vita sono cosa che avvalorano la nostra decisione. Decisione che abbiamo preso, teniamo a precisarlo, non perché apparteniamo a qualsivoglia movimento o gruppo che nega determinate cure e ne propone altre, assolutamente. Siamo persone normalissime che hanno scelto un percorso anziché un altro”. L’assistenza prestata dalle due ostetriche è stata totale. “In ospedale –afferma Annamaria Cristiani- seguiamo lo stesso metodo ma là non possiamo permetterci un atteggiamento di continuità così importante come quello che teniamo con il parto a caso. Eppure, una comune mentalità più che altro fa sì che la richiesta del parto in casa sia bassissima nella nostra provincia”.
Nella foto, papà Valerio, mamma Corinne e il piccolo Enrico