Palazzo Pignano, 19 luglio 2025

(Gianluca Maestri) Fin da bambino sognava di essere un militare. Ora quel sogno per Kevin Rizzo, ventenne di Palazzo Pignano, si è realizzato. È un alpino dell’Ottavo Reggimento, Sesta Compagnia, di stanza a Venzone, in provincia di Udine.

La vita militare può riservare grandi soddisfazioni, ma non è per tutti e in pochi mesi Kevin l’ha sperimentata: addestramento, rigide regole da rispettare, fatica e persino il pellegrinaggio post-giuramento di 200 chilometri (non in pianura) ma anche momenti indimenticabili, come quello giuramento e quello della consegna del cappello.

Ma facciamo un passo indietro per raccontare la storia di questo ragazzo che nel 2024 si diploma all’istituto Marazzi come perito elettrotecnico dopodiché, tenendo fede al suo intento, a fine luglio si candida per la Vfi (Volontari in Ferma Iniziale) dell’esercito italiano e a fine agosto riceve la convocazione, per ottobre, per i “Tre giorni”, i test medici che i meno giovani si ricorderanno aver fatto prima della leva obbligatoria. Passati quelli, a dicembre Kevin riceve la bella notizia: l’esercito lo vuole.

“A gennaio parto per l’Aquila – racconta - per svolgere i tre mesi di Rav (Reggimento Addestramento Volontari) e vengo destinato nel corpo degli alpini. Dopo il giuramento dell’aprile scorso sono stato inviato ad Aosta per effettuare undici settimane di addestramento”.

Tornato a L’Aquila, Kevin è un alpino a tutti gli effetti. Manca una cosa: il cappello. E la cerimonia di consegna del copricapo tipico di questo corpo rimarrà un ricordo indelebile per lui e per i suoi commilitoni. “Gli alpini anziani – continua il ragazzo - ti consegnano e ti mettono in testa il cappello del corpo d’arma: a L’Aquila c’erano anche gli alpini di Crema ed è stato un alpino di Scannabue, Pierangelo Sanzanni, a consegnarmi il cappello”.

Dopo la cerimonia di consegna del cappello, datata 5 luglio scorso, Kevin viene destinato a Venzone, in provincia di Udine. Ma prima è parte di un altro momento indimenticabile di questo suo primo periodo in divisa: il pellegrinaggio degli alpini da Bassano del Grappa al monte Ortigara: 200 chilometri a piedi con indosso un equipaggiamento non certo leggero, fra strade impervie, salite e discese e anche qualche deviazione non voluta. Anche questo è essere una penna nera.

“La vita militare all’inizio è tosta – continua Kevin - ma poi ti adatti, ti sciogli un po’ e tutto viene meno difficile. Se ho avuto ripensamenti in questi mesi? No, perché è sempre stato quello che volevo fare da grande. Sono fiero di essere un alpino e sono pronto per essere operativo in missione, in Italia o all’estero”.

Amici e familiari sono orgogliosi del giovane alpino: “Vederlo così felice – dice la mamma Alessandra - mi rende orgogliosa. Certo, un po’ di paura, da mamma, ce l’ho per quello che potrebbe andare a fare, però mi rincuora il fatto che questi militari vengano preparati in maniera eccellente”.